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Aug 29, 2023

Testimonianza

Oggi, un libro intitolato “Una morte annunciata” viene presentato al Museo Ayala. Il suo sottotitolo è "L'assassinio di Ninoy Aquino ricordato". Ho l'onore di parlare al lancio e quindi non mi lancerò. Ma per i lettori che non potranno essere presenti, ho pensato di condividere alcune riflessioni aggiuntive su questo progetto e sul perché è importante.

Sembra essere entrato nella mente dei redattori solo di sfuggita, ma per i lettori di una certa età e inclinazioni letterarie, il titolo non può non colpire le corde della memoria, poiché gli anni '80 furono, per molti lettori, un periodo di “realismo magico”, in cui l’immaginazione di Gabriel García Márquez ha riempito il vuoto lasciato dall’immaginazione messa a tacere dei nostri stessi artefici del “barocco tropicale” come Nick Joaquin: abbiamo trovato echi della nostra stessa condizione nei febbrili deliri di “A Hundred Anni di solitudine”, e identificato con il puzzo dolciastro di decadimento che permeava “L’autunno del Patriarca”; in particolare, in “Chronicle of a Death Foretold”, provocò una sorta di déjà vu insolitamente distorto che ebbe luogo tra coloro che lo lessero quando uscì in inglese nel 1982, solo per scoprire che la realtà prevalse sulla finzione con l’omicidio politico che definì un generazione avvenuta nel 1983. C’era un’intera comunità nazionale coinvolta in un omicidio che, in retrospettiva, si è svolto in un movimento inarrestabile prima, poi lento.

La settimana scorsa ho sottolineato perché, in occasione del 40° anniversario dell'assassinio di Benigno “Ninoy” S. Aquino Jr., insistere, come molti fanno ancora, sul fatto che l'autore rimane sconosciuto significa ignorare come l'allora presidente Ferdinand E. Marcos Sr ... si è assunto la responsabilità dell'omicidio utilizzando ogni potere a sua disposizione, per assolvere gli ufficiali e i soldati semplici implicati in quella che la sua stessa commissione investigativa ha dichiarato non poteva essere altro che una cospirazione militare. Certo, secondo la legge solo pochi potevano essere condannati perché il processo si concluse con Fabian Ver che andò in esilio con i Marcos. Ma è proprio questo lo scopo delle liquidazioni politiche: rendere la legge e le istituzioni che la sostengono incapaci e, quindi, incompetenti.

Nel libro presentato oggi, oltre 130 persone, dal punto di vista di provenienze e convinzioni politiche diverse, parlano di Aquino, prima, durante e dopo quegli 11 secondi del destino, dal momento in cui gli astanti hanno perso di vista lui nella banchina di carico dell'aeroporto di Manila, al primo sparo che segnò la trasformazione di quella che fino ad allora era stata una battaglia di volontà tra Aquino e Marcos, in una battaglia per la sopravvivenza, tra Marcos e il Popolo filippino.

Che si tratti di film – “Rashomon” di Akira Kurosawa – o di TV – il gioco di parole “CSI” – o di romanzi – “Cronaca di una morte annunciata” di Marquez – l'unica cosa di cui ci viene detto di essere sicuri, quando si tratta di testimoni sicuri di sé, è che puoi essere certo che sono inaffidabili. Questo perché possono mentire agli investigatori, o mentire a se stessi, spesso senza malizia, e nella convinzione sincera e sincera di raccontare la verità del Vangelo. E così riponiamo la nostra fiducia nella scienza, nella certezza che la scientifica rivelerà ciò che le testimonianze non possono rivelare. Ciò è utile e perfino necessario per la determinazione dei fatti. Ma possiamo anche ricorrere, e spesso lo facciamo, ad atti di immaginazione, alla letteratura e ad atti di compilazione, di reportage o di storia, per dare un senso ai tempi passati, o avere un senso di quei tempi, sapendo fin troppo bene come fallibili possono essere i ricordi dei testimoni.

Eppure vogliamo ascoltare, vedere, leggere testimonianze. Non tanto per i fatti, anche se a ciascuno di noi piace giocare a detective dilettante, fino al punto, come il narratore, che è l'autore, in “Cronaca di una morte annunciata”, quando incontra la madre dell'uomo assassinato: “L’ho trovata prostrata dalle ultime luci della vecchiaia quando sono tornato in questo villaggio dimenticato, cercando di rimettere insieme lo specchio rotto della memoria da tanti cocci sparsi.” Perché ogni scheggia è essa stessa uno specchio completo, che riflette l'unica verità, alla fine, chi rende testimonianza, è capace di testimoniare.

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